lunedì 5 agosto 2013

"Waiting room" di Bianca Rita Cataldi (Libri recensiti 2013/10)

"WAITING ROOM"
di BIANCA RITA CATALDI
BUTTERFLY EDIZIONI
(recensione a cura di Federica Orsida)
Una vita passata ad aspettare, come in una stanza bianca. Questa sembra essere la vecchiaia di Emilia: aspettare. Aspettare qualcosa che, probabilmente, non arriverà più. Partendo dall’infanzia felice nella casa paterna, Emilia ripercorre i passi della sua vita. Ricorda la prima volta che le due vicine di casa, Giada e Carmen, bussarono alla sua porte. La nascita di Martina. E torna ancora più indietro al primo e unico grande amore della sua vita: Angelo. È Martina, figlia di Carmen, a risvegliare certi antichi dolori, quando le parla di Sandro, musicista, suo primo amore. Allora Emilia vaga nel tempo, alla prima volta che vide Angelo, alle parole d’amore che si scambiarono, alla tentata e fallita fuga d’amore. Fino alla promessa di aspettarlo per sempre. E da allora la vita di Emilia si ferma, in attesa. Come in una stanza bianca. Waiting Room appunto.
Il libro Waiting Room di Bianca Rita Cataldi, edito dalla Butterfly Edizioni, affronta un tema delicato e importante: l’attesa. Tutti noi trascorriamo la nostra vita in attesa di qualcosa, come se fossimo sempre dal dentista. Pareti bianche, persone vicino. In attesa. Emilia è una donna anziana con una vita fatta, forse, di rimpianti. Pensa alla sua giovinezza e a ciò che ha perduto. Alla solitudine che la opprime. Al senso di insoddisfazione che la accompagna, lei che da grande amica, diventa un peso per le due vicine. Lei che da quasi nonna acquisita per Martina, diventa un fardello per cui non si ha tempo. Mi è piaciuto molto l’espediente con cui l’Autrice, Bianca, trova il modo di intrufolarsi nella storia. Pazientemente seduta nella stessa sala d’attesa di Emilia, Bianca scrive e quando, alla fine, Emilia le chiede cosa stia scrivendo, lei, semplicemente, risponde: “Waiting Room”. Una stanza bianca dedicata all’attesa.

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1 commento:

  1. E'un libro molto bello, in cui il contenuto è espresso in una forma straordinaria, fatta di parole che danzano e stridono, intrise di rimpianto e di malinconia, nella veglia dell'attesa.

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