martedì 13 agosto 2013

"La meraviglia è nemica della prudenza" di Fausta Genziana Le Piane (Libri segnalati 2013/22)

"LA MERAVIGLIA E' NEMICA DELLA PRUDENZA"
INVITO ALLA LETTURA DE "L'ARTE DELLA GIOIA" DI GOLIARDA SAPIENZA
di FAUSTA GENZIANA LE PIANE
Ho conosciuto Goliarda Sapienza negli anni Settanta come poetessa. Delle sue poesie mi aveva parlato con entusiasmo Attilio Bertolucci. Anche se lei si sentiva votata soprattutto alla narrazione. Ma Goliarda aveva una naturale disposizione alla scrittura lirica indipendentemente dal fatto che si trattasse di poesia, anzi di più proprio nella sua prosa. Pensava che scrivere fosse il modo per rubare le parole al vuoto, sottrarle all’indistinto e impronunciato… e ogni parola per lei aveva un valore assoluto, proprio come in poesia.
La simpatia fu reciproca, nell’occasione degli argomenti di cui continuammo a parlare tra un caffè e l’altro (io), tra una sigaretta e l’altra (lei). Non avevamo in comune soltanto il piacere della parola, considerata come entità “sacra”: la parola che salva, la parola che uccide, la parola che illumina, la parola che spegne, la parola che fonde e salda, la parola che divide e allontana. Scoprimmo di avere in comune un interesse particolare per le donne, intese come universi sconosciuti, territori da esplorare e scoprire, veri unici poli di attrazione e fari nella notte dei tempi e dei mondi. E scoprimmo di avere in comune un interesse trainante per il carcere e i carcerati, per il mistero della prigionia (avendo lei fatto un’esperienza carceraria).
Avevamo in comune, io e Goliarda, anche un’altra cosa: la convinzione profonda di non piegarsi alle pretese degli editori che ti chiedono sempre di ridurre e mortificare quello che scrivi per farne un “raccontino commerciale”, piegandoti alla superficialità, alle notazioni sommarie e generiche, alle finte atmosfere, al già letto e sentito… solo per vendere qualche copia in più. Sì, la pensavamo allo stesso modo sui nostri editori miopi e incompetenti, ostili alla letteratura di qualità in nome di una scrittura dozzinale, giornalistica, inconsistente. E del resto, allora come oggi, le nostre case editrici pubblicavano e pubblicano quasi esclusivamente letteratura di serie B e C. Quel po’ di serie A viene dall’estero, in traduzione.
E, non a caso, dall’estero è venuto – purtroppo, postumo – il riconoscimento della qualità somma della scrittura di Goliarda, dai tedeschi (gli unici, ancora oggi in Europa insieme con gli inglesi, a cercare e promuovere la letteratura più significativa) e, di rimbalzo, dai francesi.
L’arte della gioia è uno dei libri capitali della grande letteratura non solo italiana ma europea del Novecento, un unicum sia pure dentro l’eccezionale palestra stilistica dell’opera di Goliarda: uno di quei capolavori (come La recherche, L’uomo senza qualità, Il fu Mattia Pascal, La coscienza di Zeno, Gita al faro, Il gattopardo, Menzogna e sortilegio, Il mare non bagna più Napoli…) in cui la parola che esonda trascina lo scrittore e il suo racconto dentro il labirinto della vita ad altezze straordinarie.
Il mondo di Goliarda è complesso eppure semplicissimo e, per orientarsi dentro i suoi molteplici percorsi – vorticosi da togliere il respiro –, un saggio come questo di Fausta Genziana Le Piane è molto utile.
(dalla Prefazione di Paolo Ruffili)


Fausta Genziana Le Piane, nata in Calabria, vive ed opera a Roma. Laureata in Lingue, ha insegnato francese e ha vinto una borsa di studio per la Romania.
Ha curato le schede di lingua francese per la grammatica italiana comparata di Paola Brancaccio e adattato classici francesi per la scuola superiore. I suoi libri di poesie, Incontri con Medusa (Calabria Letteraria), La Notte per Maschera (Edizioni del Leone) e Gli steccati della mente (Penna d’autore) hanno incontrato il favore della critica.
Con Tommaso Patti, ha pubblicato la raccolta di racconti Duo per tre, Edizioni Associate, Roma (Prefazione di Paolo Ruffilli) cui ha fatto seguito Al Qantarah-Bridge, Un ponte lungo tremila anni fra Scilla e Cariddi, Nicola Calabria Editore.
Ha pubblicato una raccolta di racconti, La luna nel piatto, Edizioni Associate, Roma, con annesso un sedicesimo dedicato alla pittura di Pinella Imbesi. Si occupa di critica (AA.VV, Clio e la parola-Critica e crestomazia della poesia di Maria Racioppi, Nuova Impronta, 2003; Francesco Dell’Apa, Dal tempo unico, Città del Sole edizioni, 2003).
Già iscritta all’Ordine dei giornalisti, dopo aver scritto per il “Il Giornale d’Italia”, per la rivista “Poeti e Poesia” diretta da Elio Pecora ed essersi occupata di gastronomia francese per la rivista “Real Pizza”, ora collabora con “Rello”, “Il Giornale del Lazio”, “Calabriaonline” e “E’ tempo di cultura”. Cura una rubrica d’arte per la Consulta delle donne di Wanda Montanelli (“Parliamo d’arte”) e una pubblicazione bimestrale – Kenavò - distribuita a Roma e in Sabina, diario delle attività culturali che si svolgono in Casa Duir, a Casperia (Rieti). Ha pubblicato una serie di quaderni (I Quaderni di Casa Duir) tra cui: Enrico Benaglia, il pifferaio magico (Penna d’autore), Alla scoperta delle fave, Alla scoperta dell’arte del collage e del décollage, Non di solo pane, Lettere a Fausta, Spiritualità da Montefiolo).
Ha partecipato con i suoi collages a varie esposizioni. Alcune poesie sono state tradotte in francese, tedesco, inglese, spagnolo, romeno, russo, altre sono state musicate dal compositore Giorgio Fioretta ed altre ancora, infine, sono state oggetto di studio, a cura del Professore Patrick Blandin, fra gli studenti della facoltà di Lingua e Cinema Italiani dell’Università di Tolosa e di Bordeaux.

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